“Potrò guarire oppure no?”
Questa era la domanda che mi rimbalzava in mente dalla mattina alla sera, soprattutto nei periodi peggiori, e più mi sentivo dire che farlo non era possibile e più, essendo testarda e molto determinata nei miei obiettivi, mi impegnavo perché ciò accadesse, anche se non sapevo né come né quando.
Se, per tanto tempo, ti senti ripetere una certa versione dei fatti è difficile, successivamente, poter andare contro, soprattutto quando a dirtelo sono persone che di mestiere studiano proprio questa delicata materia.
Alcune patologie, oltre ad essere definite ad “eziologia sconosciuta”, sono definite anche croniche e inguaribili perché così ritiene e sentenzia la c.d. “scienza ufficiale”.
Sulla definizione di quest’ultima ci sarebbe molto da scrivere, ma limitiamoci a prendere per buono quello che ci viene tramandato come pensiero dominante.
Avete idea di quali danni emotivi e di relazione provocano certe sentenze, pronunciate spesso con leggerezza e sufficienza, da parte di professionisti che, spesso, nel loro settore sono definiti esperti “luminari”?
In questi anni, cercando in ogni modo di capire come agivano i ricercatori in campo medico, ho intuito che, molte volte, le terapie ufficiali sono destinate a fallire per il semplice motivo che applicano lo stesso protocollo terapeutico ad una medesima diagnosi, dimenticandosi però una differenza fondamentale, ossia che ogni persona è diversa dall’altra e che, soprattutto, gli stessi identici sintomi hanno cause ed origini diverse fra loro.
Trattare mediante protocolli in serie, freddi e fotocopiati, ogni caso con la stessa diagnosi è la base di partenza errata che porterà a tanti insuccessi terapeutici.
Leggendo molte testimonianze, sia in Italia che nel resto del mondo, mi sono fatta l’idea che in astratto non esistano malattie incurabili, anzi, in astratto sono tutte curabili se prese in tempo, prima che abbiano fatto danni irrecuperabili agli organi, solo che, in pratica, vengono utilizzati mezzi per “combatterle” che non possono andare bene e funzionare per tutti i soggetti allo stesso modo, senza poi tenere conto del fatto che la maggior parte delle terapie presenta effetti collaterali pari o maggiormente pesanti dei sintomi che mirano a curare.
Forse è proprio comunicare ad un persona che ha una “malattia inguaribile” che la rende tale perché, in questo modo, chi sta male si scoraggia fino a perdere la voglia di lottare e vivere e, quindi, si arrende.
Ho cercato tante volte di condividerlo con medici più o meno illuminati ma non posso dire di avere avuto molta soddisfazione ed ascolto.
Quelli più curiosi dicevano che, in effetti, le cause erano sempre diverse e personalizzate ma che non c’era la possibilità ( o la volontà?) concreta di indagare per cui si andava per tentativi ed errori, finendo per applicare a tutti lo stesso protocollo. Nel caso della diagnosi di malattia di Crohn mi proponevano l’Infliximab, invece per la patologia reumatologica Metotrexato (https://it.wikipedia.org/wiki/Metotrexato) e farmaci biologici (Embrel).
È questo il motivo per cui ho creato il gruppo Facebook chiamato “Di malattia autoimmune si può guarire” e questo mio Blog, perché voglio ricostruire, come in un mosaico, ogni tassello che, durante diversi anni, mi ha fatto capire quali erano i fattori scatenanti per me, perché siano utili e di ispirazione per chi legge; vorrei condividere il messaggio per cui alla base di tutto non sta il rimedio miracoloso o il copiare e incollare un protocollo che ha funzionato alla grande per me.
Alla base di tutto risiede il messaggio che, solo con un grande impegno da parte vostra nel capire le cause (sia fisiche che emotive o spirituali) che hanno determinato una malattia, si può rimuoverla e il medico illuminato, se avete la fortuna e la costanza di cercarlo e di trovarlo, vi aiuterà ma non potrà mai sostituirsi a voi nel descrivere e decodificare cosa sentite e cosa vi è successo ( ad esempio un trauma psicologico o fisico) prima che tutto si scatenasse e portasse alla diagnosi, qualsiasi essa sia.
Tutto questo, mi preme ricordarlo sempre, non è né un invito a non curarsi né a fare da soli ma è un accorato incitamento per tutti ad approfondire e ricercare senza sosta le cause vere e a smantellarle, invece di arrendersi a sentenze definitive ed infauste e ad una medicina che, il più dell volte, si limita a far tacere i sintomi.
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