La Norvegia dice basta all’industria del petrolio

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L’industria petrolifera norvegese ha ricevuto un duro colpo da uno dei suoi più importanti alleati politici.

Una mossa che renderà la produzione di petrolio nella zona ancora più improbabile di quanto non lo fosse già  e rende assai incerto il sostegno dei politici norvegesi in futuro.

Il partito laburista dell’opposizione, la più  grande  forza del paese in Paramento  e da sempre sostenitore del settore, ha deciso di smettere di appoggiare l’esplorazione petrolifera attraverso le trivellazioni al largo delle meravigliose isole Lofoten, nell’Artico norvegese.

Questa importante decisione è stato annunciata dal leader del partito Jonas GahrStore che, tuttavia, ha precisato che il partito laburista continuerà ad essere un  sostenitore dell’industria  petrolifera, ma  ha riconosciuto che ora  c’è una maggioranza nel partito favorevole a questo cambiamento. Dal canto suo, esso continuerà a sostenere il sistema fiscale esistente che comprende anche i rimborsi per le esplorazioni.

Nei fondali marini dell’arcipelago delle Lofoten dovrebbero esserci ancora da 1 a 3 miliardi di barili di petrolio. L’area era già stata tenuta al riparo dalle trivelle dai governi  della coalizione norvegese  attraverso vari  accordi  politici ma non era del tutto salva.

A causa della crescente preoccupazione per i cambiamenti climatici, l’industria petrolifera norvegese sta ottenendo un minore sostegno pubblico e sono sempre più frequenti le minacce legali da parte di gruppi ambientalisti.

Pochi giorni fa,inoltre, il paese ha anche annunciato che le compagnie  petrolifere della Norvegia dovranno impegnarsi a rendere le operazioni completamente prive di emissioni.

Un obiettivo che il più importante industriale petrolifero del paese ha definito “molto impegnativo”.

“L’intera industria è sorpresa e delusa”, ha dichiarato a Bloomberg Karl EirikSchjott-Pedersen, capo della Norwegian Oil and Gas Association.

Fonte: Bloomberg.com

 

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