Il nostro sistema immunitario è un complesso formato da mente e corpo per questo, una medicina che tenga conto solo di un aspetto, è destinata a restare parziale e solo sintomatica, ossia non risolutiva.
Una patologia complessa come una malattia oncologica o autoimmune non nasce da un mese all’altro né da un anno all’altro ma affonda le proprie origini nel passato, di solito in un passato così lontano che solo facendo un lavoro molto profondo sul vissuto della persona si riesce a scoprire da quali situazioni è scaturita.
Non ci riferiamo al lavoro della psicoterapia classica o cognitivo comportamentale, anche se in mancanza di altro, sarebbe comunque meglio affidarsi anche ad un percorso psicologico classico.
Ancora, soprattutto nel nostro paese, c’è molta ignoranza e pregiudizio per quanto riguarda il tema.
Chi anni fa si affidava alle cure di uno psicologo veniva guardato come strano o come pazzo addirittura; ora, invece, qualche apertura in più per fortuna la possiamo apprezzare soprattutto in terapie che tengono conto dell’essere umano non come mero corpo materiale e biologico ma come essere complesso fatto di corpo ma soprattutto di anima e mente.
Prima di sviluppare i sintomi dei danni organici che una malattia comporta, la persona passa attraverso un’infanzia difficile, spesso vive conflitti familiari molto pesanti, e, soprattutto, si trova ad affrontare situazioni dolorose, in un contesto di violenza psicologica e negazione dei propri bisogni anzitutto emotivi.
Le costanti che da diversi anni, studiosi del fenomeno delle malattie autoimmuni, notano in chi poi sviluppa questo tipo di patologie sono: (l’elenco è a scopo meramente esemplificativo senza pretese di completezza)
-infanzia segnata da perdite di affetti importanti
-traumi della madre durante la gravidanza oppure durante il parto
-lutti in famiglia soprattutto nei primi cinque anni di vita del bambino
-conflitti all’interno della famiglia soprattutto tra genitori
-genitori assenti o emotivamente distanti
-pretese da parte dei genitori ed aspettative alte per ciò che attiene ai risultati scolastici o sportivi dei piccoli
-incidenti e traumi vissuti dal bambino come minacciosi per la propria incolumità o quella dei genitori
-abbandono da parte di uno o entrambi i genitori
-abusi psicologici, fisici o sessuali
-pretese da parte dei genitori che il bimbo abbia comportamenti e responsabilità già da adulto.