La libertà di cura può essere definita come il diritto e la capacità di ogni individuo di scegliere il percorso terapeutico che ritiene più adatto per il proprio benessere fisico e mentale, senza essere limitato da fattori economici, sociali o politici.
Dopo le ultime accese riflessioni sorte nel gruppo Facebook “Di malattia autoimmune si può guarire”, è utile precisare quale linea si è sempre seguita a partire dalla creazione del gruppo fino alla nascita del nostro blog.
Durante il mio percorso che, a piccoli passi, solo per ragioni di mancanza di tempo e non perché ci sia qualcosa di segreto, sto condividendo con voi, parlo dei vari accorgimenti di dieta, life style, integratori e quanto altro mi abbia aiutata a stare ben e con la mente sempre aperta a tutti gli approcci di cura.
Una volta ricevuta la diagnosi di malattia autoimmune ho cercato subito di capire di cosa si trattasse di preciso e quali fossero le risposte della medicina e della Scienza; di TUTTA la medicina e la Scienza non solo di quella considerata, nella maggior parte dei casi per ignoranza e mancanza di conoscenza, l’unica, ossia quella offerta dai reparti dei Policlinici dove si finisce in fase acuta o in emergenza.
E’ lì che dove dovete rivolgervi senza indugi, quando qualcosa nel vostro corpo vi fa allarmare, perché aspettare alle volte significa poi arrivare troppo tardi. Così feci io, quel lontano dicembre del 2003, quando fui ricoverata per un mal di pancia che, invece di diminuire, aumentava fino a sfinirmi. Avevo paura di continuare a stare ancora a casa così, anche se molto impaurita, decisi di andare in ospedale.
Vi ho raccontato questo per farvi capire che sono arrivata alle terapie integrate e a medici illuminati solo dopo aver esperito tutte le altre strade che mi hanno portato in questa direzione inesorabilmente.
Quella volta il ricovero non servì a molto, anzi, persi ancora più peso perché il cibo dell’ospedale aumentava i dolori e persi soprattutto tante notti di sonno che, come ormai sappiamo ormai fin troppo bene, regola proprio tutto il sistema immunitario.
Ho richiamato questo episodio proprio per chiarire che non ho snobbato a priori i farmaci e che ci ho provato ad affidarmi ai medici c.d. tradizionali ma nel mio caso senza risultato alcuno.
Il cortisone, probabilmente, insieme ad altro farmaco mi fece calmare la fase acuta ma solo dopo che sono arrivata in ospedale al 6° ricovero in due mesi in condizioni critiche; invece le mie condizioni generali e soprattutto emotive lì peggiorarono moltissimo.
Se all’epoca avessi conosciuto medici che lavorano in modo diverso probabilmente avrei deciso di seguire le terapie integrate, anzi, se avessi avuto le conoscenze di adesso, tutto questo non sarebbe mai accaduto e tutta la mia vita sarebbe stata diversa; non so se migliore o peggiore ma…diversa!
Alla luce di tutto questo è evidente che, sia qua nel blog, così come nel mio percorso ma, soprattutto, sui social e in particolare nel mio (anzi vostro) gruppo “Di malattia autoimmune si può guarire”, non possa consigliarvi come curare voi stessi ma abbia a cuore di parlare della mia esperienza, che riguarda solo me nelle mie peculiarità e che sarebbe sbagliato generalizzare; in questi spazi virtuali parliamo ampiamente di farmaci allopatici così come di omeopatia, di fitoterapia e fiori di Bach, di meditazione, di terapie ufficiali e integrate ma soprattutto si concentra l’attenzione sulla cura delle emozioni e dell’Anima.
Questo non significa affatto disincentivare le persone dal curarsi ma al contrario offrire spunti di riflessione perché ognuno possa decidere liberamente come affrontare il proprio percorso. Per quanto mi riguarda sono ben felice di aver evitato i farmaci chemioterapici e biologici (chemioterapici a bersaglio) ma chi sceglie diversamente ha lo stesso la possibilità di trovare consigli su come mitigare gli effetti collaterali dei farmaci.
Parlare degli effetti collaterali dei farmaci non significa sconsigliarne l’utilizzo ma incentivare scelte realmente volute da parte del soggetto.
Ogni persona è un universo a se stante, quello che ha funzionato per me può funzionare anche per gli altri ma questi sono solo spunti, indicazioni, suggerimenti per fare approfondire ai pazienti e ai loro terapeuti; come ho chiaramente scritto nel disclaimer medico tutto questo non vuole e, soprattutto, non può sostituire l’operato dei medici.
Appena ho lasciato andare le paure e acquisito senso critico e conoscenze mi sono finalmente sentita libera di curarmi come più desideravo così come auspico facciano tutti gli altri esseri viventi ma NON ESISTE LIBERTÀ SENZA POSSIBILITÀ DI SCELTA CONSAPEVOLE.
Non voglio essere di esempio né ispirazione per nessuno ma, come altre volte ho espresso, sto cercando di creare piccoli mattoncini per costruire uno spazio diverso che avrei tanto voluto poter conoscere io quando stavo così male da arrivare a toccare più in basso del fondo e non trovavo per niente conforto in chi, nonostante i farmaci potenti come i chemioterapici, continuava a stare male, anzi, piano piano iniziai a capire che, probabilmente, erano questi che cronicizzavano la malattia. Nello stesso tempo sentivo uno strano grido interiore che mi diceva che la malattia non era un nemico da abbattere né motivo per sentirmi sfortunata o reietta ma l’occasione per migliorare tutti quegli aspetti della mia esistenza che avevano contribuito ad ammalarmi.
Nessun pregiudizio, quindi, per le terapie salvavita e per le cure tradizionali ma la voglia continua di studiare e trovare insieme ai veri ricercatori (medici, biologici, pazienti informati ecc…) soluzioni non di compromesso e parziali ma la cura per tornare a vivere veramente e non restare “pazienti” a vita.
“Prima ti ignorano. Poi ti deridono. Poi ti combattono. Poi vinci.”