La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6587, accogliendo il ricorso del gruppo Glaxo e Procter & amp; Gamble, che erano stati condannati dalla Corte di Appello di Brescia a risarcire con 220 mila euro un uomo che aveva sviluppato una rara sindrome della pelle dopo l’ assunzione di un antibiotico, il Neoduplamox, ha stabilito che non vi è alcun diritto al risarcimento se l’effetto avverso verificatosi era previsto nel bugiardino.
I danni prodotti da un farmaco non sarebbero imputabili, quindi, se i soggetti tenuti a farlo hanno adeguatamente e con informazioni aggiornate segnalato la possibilità dell ‘ effetto indesiderato nelle indicazioni di accompagnamento al farmaco.
Lo Cassazione, sulla base di questo ragionamento, ha negato il risarcimento ad un uomo che ha sviluppato la rarissima Sindrome di Lyell, una necrosi della pelle, dopo l’assunzione di un antibiotico prescritto per una banale ferita lacero contusa alla mano destra.
Nessuno risarcirà l’uomo per la grave patologia: non la multinazionale Procter & amp; Gamble che distribuisce il farmaco (avrebbe dovuto pagare salvo poi rivalersi); non il gigante assicurativo Hdi Global Se, Gruppo Talanx, leader nelle assicurazioni di multinazionali; né infine il produttore Smithkline Beecham, gruppo Glaxo, tra le prime industrie farmaceutiche mondiali.
C’è da chiedersi se questa impostazione giurisprudenziale sia corretta e tuteli nel modo adeguato il soggetto debole in una materia così delicata e importante; è sufficiente l’indicazione nel bugiardino che, come sappiamo, il più delle volte, è mal scritto e, spesso incomprensibile, a sollevare ragionevolmente da ogni responsabilità le case farmaceutiche?
Appare molto chiaro come sia veramente poco tenuta in considerazione la posizione del paziente che vede negarsi il risarcimento da parte delle case farmaceutiche anche nel caso in cui si sia verificata una patologia grave e rara, come nel caso di specie.
Come si può negare il risarcimento quando il paziente, non conoscendo le cause scatenanti della patologia, non è nella condizione di valutare i rischi dell’assunzione del farmaco che l’ha provocata?